Via Mosè Bianchi 94, Milano
Regia, drammaturgia e interpretazione: CHRISTIAN POGGIONI || Musica originale “Requiem for Socrates”: IRINA SOLINAS || Scenografia e costumi: AURÉLIE BORREMANS
Se credete, col condannare a morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi perché non vivete in modo retto, voi non pensate bene; a un uomo giusto, infatti, non può capitare nessun male, né in vita né in morte.
L’evento cui si riferisce l’Apologia è l’autodifesa che Socrate pronunciò davanti ai giudici di Atene nel 399 a.C. Platone ne fu testimone oculare. Socrate, vittima di una congiura politica, è accusato di empietà e di corrompere i giovani. Per questo è condannato a morte. È questo di Platone il dialogo politico per eccellenza, che vede di fronte un uomo e la sua comunità nel drammatico confronto sul senso di vivere personale e politico.
La rappresentazione ruota attorno al dialogo tra Socrate, i suoi accusatori e i 500 giudici della polis che, nello spettacolo, prendono simbolicamente vita grazie alla presenza del pubblico stesso.
L’Apologia, i cui toni drammatici sono costantemente stemperati dall’inesauribile ironia del filosofo ateniese, ripropone al pubblico contemporaneo lo stile della dialettica socratica, strumento indispensabile per la ricerca della conoscenza e la definizione dei valori. Il rapporto tra Socrate, i suoi accusatori e i giudici ateniesi, crea un contrasto drammatico tra l’attore e il pubblico, direttamente chiamato in causa dalle domande e dalle provocazioni del maestro, le cui parole risuonano attuali qui e oggi non meno che nell’aria corrotta dell’Atene di allora.
La nostra Atene ha oggi un suo Socrate da ascoltare?
LA MUSICA – REQUIEM FOR SOCRATES, OP. 1 IN SOL MIN